Tra i prodotti più importanti di questa terra, divenuti ormai sibolo e sinonimo stesso dell'isola, il passito e i capperi entrambi prodotti dalla terra vulcanica con delle caratteristiche organolettiche uniche che ne fanno senz'altro dei prodotti d'eccezione.
La fertilità tipica della terra vulcanica ha favorito, sin dall’antichità, la coltivazione della vite. E’ l’uva “Zibibbo” il vitigno predominante nell’isola che viene coltivato tenendo le piante molto basse per proteggerle dai venti. La sua uva molto dolce viene utilizzata per la produzione di un eccellente vino bianco secco e di un vino da dessert o da meditazione dal profumo e dal gusto d’uva seccata al sole, il Passito di Pantelleria. Il fascino della produzione di questo vino ha attirato parecchi estimatori e curiosi del settore, una fra tutti Carole Bouquet che, nella contrada rurale di Serraglia, ha realizzato una cantina dove il “passito” è prodotto secondo l’antica tradizione di Pantelleria.
Il Cappero di Pantelleria IGP nasce dalla specie botanica Capparis spinosa. In particolare il cappero è il suo bocciolo fiorale che viene fatto maturare sotto sale.
La sua forma è quasi sferica e il suo colore è verde scuro, tendente al senape. Se anche l’odore forte è caratteristico, è però il sapore, aromatico e salato, che distingue questo particolare prodotto. La presenza nel terreno lavico sul quale le piante vengono coltivate di una sostanza proteica (la glucocapparina) dona infatti al cappero di Pantelleria IGP un sapore più intenso e decisamente più deciso rispetto ad altre qualità di capperi. Ha inoltre proprietà diuretiche e digestive. Non a caso, dunque, questa particolare specie di capperi coltivata nell’isola di Pantelleria (nelle sue differenti varietà: Capparis spinosa, varietà Inermis, cultivar Nocellara) è l’unica a fregiarsi del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). Il riconoscimento di una qualità superiore che è arrivato nel 1993 dal Ministero delle Risorse Alimentari e nel 1996 dall’Unione Europea.