Archeologia: Visita alle necropoli di Pantelleria

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Archeologia

Una storia millenaria

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Turismo a Pantelleria non significa solo mare. E’ in questo contesto che l’archeologia riesce a svolgere un ruolo importante, trasformandosi in una grande occasione per un’offerta turistica di qualità e di pregio a livello mondiale.

La sua posizione al centro del mediterraneo e la sua natura vulcanica che permetteva di far rifornimento di quello che può essere considerato l'oro nero dell'Età del Bronzo, ha permesso fin dalle epoche più remote e dei primi commerci via mare di trasformare Pantelleria in un un approdo sicuro in mezzo al mediterraneo.

Centinaia di popolazioni si sono avvicendate su questa piccola isola lasciando tracce ad oggi ancora visibili e ritenute fondamentali nel panorama archeologico mondiale.

Più di vent'anni di scavi archeologici hanno infatti permesso di riportare alla luce villaggi e necropoli dell'Età del Bronzo, un'acropoli Punico Romana, un villaggio di pescatori e commercianti di epoca tardo antica presso il litorale di Scauri e altri importanti rinvenimenti subacquei presso l'area di Gadir e quella del porto di Scauri. Sono raccolti all'interno di una mostra permanente del castello di Pantelleria i reperti archeologici che riassumono questi vent'anni di scavi e dove sono esposte in via definitiva le tre teste Imperiali rinvenute presso l'acropoli punico romana.

Il villaggio dell'Età del Bronzo di Mursia e la necropoli dei Sesi

Difficilmente, infatti, si può trovare un sito dov'è possibile passeggiare tra i resti di un villaggio antico di oltre quattromila anni e, oltrepassando un muro di cinta, perdersi tra i numerosi tumuli funerari, alcuni dei quali perfettamente intatti e accessibili. Mursia, il villaggio dell’Età del Bronzo, con il suo possente muro di cinta e la relativa necropoli dei Sesi in eccezionale stato di conservazione, si rivela uno dei complessi archeologici più notevoli e significativi del Mediterraneo centrale. Al di là del muro di cinta, si estende la “città dei morti” del villaggio, una necropoli costituita da quei singolari monumenti chiamati Sesi (termine dialettale con cui si indicano i cumuli di pietre).
Si tratta di strutture circolari a tronco di cono, adibite esclusivamente a funzione funeraria.

Acropoli punico - romana di San Marco e Santa Teresa

Le colline di San Marco e Santa Teresa risalgono invece al 255 a.C. e sono separate da una sella pianeggiante, dove gli scavi hanno messo in evidenza una vasta spianata pavimentata, scandita da costruzioni murarie: potrebbe trattarsi del foro romano situato tra le due alture. 

Il ritrovamento più importante è rappresentato dalle cosiddette teste imperiali: quella di Giulio Cesare e di una donna della famiglia Giulio-Claudia, con ogni probabilità Antonia minore, moglie di Druso e madre dell’imperatore Claudio che giacevano sotto uno spesso strato di cenere con evidenti tracce di rogo sacrificale di ossa animali, insieme ad una rilevante presenza di ceramica. Questo fatto induce a pensare che le due teste siano state deposte dopo una serie di cerimonie religiose. La terza testa, quella dell’imperatore Tito, figlio di Vespasiano della dinastia dei Flavi, è stata rinvenuta in una cisterna, dove è stata nascosta con ogni probabilità nei giorni dell’invasione dei Vandali che, intorno al VI secolo d.C., ha provocato il definitivo abbandono dell’acropoli di Cossyra

I relitti di Cala Gadir

I fondali marini di Pantelleria sono ricchi di storia e relitti. Uno dei siti più interessanti è la baia di Gadir, una vera e propria miniera di anfore, già individuata a partire dagli anni ’50 da subacquei animati più da interessi depredatori che scientifici. Le prime segnalazioni scientifiche risalgono agli anni ’60, con l’inizio delle ricognizioni e dei primi recuperi. Le anfore sono in maggior percentuale puniche e di varie tipologie, il che sottolinea l’importanza commerciale di Pantelleria per le rotte cartaginesi nel Mediterraneo antico. 

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